Azione Cattolica Italiana
Parrocchia San Melchiade
Roma
Consiglio
parrocchiale di AC aperto ai
simpatizzanti (venerdì 10 gennaio 2013 ore 20.15).
Ordine del giorno:
1.
lettura e approvazione del verbale della seduta
precedente (seduta precedente al consiglio elettivo in quanto il verbale del
consiglio elettivo l’abbiamo letto e approvato seduta stante)
2.
Pillola formativa – il messaggio del papa per la
pace
3.
Incontro con assistente diocesano e vicepresidente diocesano AC in visita
assembleare
4.
Andamento gruppi e servizi (servizio
asciugamani/caritas, supporto al banco alimentare, gruppo giovanissimi,
servizio alle cresime, dopocomunione, comunione e piccolissimi)
5.
Appuntamenti diocesani - partecipazione(mese
della pace)
6.
varie ed eventuali e proposte di iniziative
Chiara Sancin
CAPITOLO II (Apostolicam
Actuositatem)
L'azione
caritativa
8. Sebbene ogni esercizio
di apostolato nasca e attinga il suo vigore dalla carità, tuttavia alcune opere
per natura propria sono atte a diventare vivida espressione della stessa
carità; e Cristo Signore volle che esse fossero segni della sua missione
messianica (cfr. Mt 11,4-5).
Il più grande dei
comandamenti della legge è amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se
stessi (cfr. Mt 22,37-40). Cristo ha fatto proprio questo precetto della carità
verso il prossimo e lo ha arricchito di un nuovo significato, avendo
identificato se stesso con i fratelli come oggetto della carità e dicendo: «
Ogni volta che voi avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli
più piccoli, l'avete fatto a me » (Mt 25,40). Egli infatti, assumendo la natura
umana, ha legato a sé come sua famiglia tutto il genere umano in una
solidarietà soprannaturale ed ha stabilito che la carità fosse il distintivo
dei suoi discepoli con le parole: «Da questo conosceranno tutti che siete miei
discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri » (Gv 13,35).
La santa Chiesa, come fin
dalle sue prime origini, unendo insieme l'«agape» con la cena eucaristica, si
manifestava tutta unita nel vincolo della carità attorno a Cristo, così, in
ogni tempo, si riconosce da questo contrassegno della carità, e mentre gode
delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto
inalienabile. Perciò la misericordia verso i poveri e gli infermi con le
cosiddette opere caritative e di mutuo aiuto, destinate ad alleviare ogni umano
bisogno, sono da essa tenute in particolare onore (13).
Oggi che i mezzi di
comunicazione sono divenuti più rapidi, le distanze tra gli uomini quasi
eliminate e gli abitanti di tutto il mondo resi membri quasi di una unica
famiglia, tali attività ed opere sono divenute molto più urgenti e devono
prendere di più le dimensioni dell'universo. L'azione caritativa ora può e deve
abbracciare tutti assolutamente gli uomini e tutte quante le necessità. Ovunque
vi è chi manca di cibo, di bevanda, di vestito, di casa, di medicine, di
lavoro, di istruzione, dei mezzi necessari per condurre una vita veramente
umana, ovunque vi è chi afflitto da tribolazioni e da malferma salute, chi
soffre l'esilio o il carcere, la carità cristiana deve cercarli e trovarli,
consolarli con premurosa cura e sollevarli porgendo loro aiuto. E quest'obbligo
si impone prima di tutto ai singoli uomini e popoli che vivono nella prosperità
(14).
Affinché tale esercizio
di carità possa essere al di sopra di ogni critica e appaia come tale, si
consideri nel prossimo l'immagine di Dio secondo cui è stato creato, e Cristo
Signore, al quale veramente è donato quanto si dà al bisognoso; si abbia
estremamente riguardo della libertà e della dignità della persona che riceve
l'aiuto; la purità di intenzione non macchiata da ricerca alcuna della propria
utilità o desiderio di dominio (15); siano anzitutto adempiuti gli obblighi di
giustizia, perché non avvenga che offra come dono di carità ciò che è già
dovuto a titolo di giustizia; si eliminino non soltanto gli effetti ma anche le
cause dei mali; l'aiuto sia regolato in t modo che coloro i quali lo ricevono
vengano, a poco a poco, liberati dalla dipendenza altrui e diventi sufficienti
a se stessi.
I laici dunque abbiano in
grande stima e sostengano, nella misura delle proprie forze, le opere
caritative e le iniziative di « assistenza sociale », private pubbliche, anche
internazionali, con cui si porta aiuto efficace agli individui e ai popoli che
si trovano nel bisogno, e in ciò collaborino con tutti gli uomini di buona
volontà (16).
Dal
catechismo della Chiesa Cattolica
La carità
1822 La carità è la virtù teologale per la quale
amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi
per amore di Dio.
1823 Gesù fa della carità il comandamento nuovo.95
Amando i suoi « sino alla fine » (Gv 13,1), egli manifesta l'amore che riceve
dal Padre. Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù, che
essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: « Come il Padre ha amato me,
così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore » (Gv 15,9). E ancora: «
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho
amati » (Gv 15,12).
1824 La carità, frutto dello Spirito e pienezza della
Legge, osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: « Rimanete nel mio
amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore » (Gv
15,9-10).96
1825 Cristo è morto per amore verso di noi, quando
eravamo ancora « nemici » (Rm 5,10). Il Signore ci chiede di amare come lui,
perfino i nostri nemici,97 di farci prossimo del più lontano,98 di amare i
bambini99 e i poveri come lui stesso. 100
L'Apostolo san Paolo ha dato un ineguagliabile quadro
della carità: « La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la
carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo
interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode
dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta » (1 Cor 13,4-7).
1826 Se non avessi la carità, dice ancora l'Apostolo,
« non sono nulla ». E tutto ciò che è privilegio, servizio, perfino virtù...
senza la carità, « niente mi giova ». 101 La carità è superiore a tutte le
virtù. È la prima delle virtù teologali: « Queste le tre cose che rimangono: la
fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità » (1 Cor
13,13).
1827 L'esercizio di tutte le virtù è animato e
ispirato dalla carità. Questa è il « vincolo di perfezione » (Col 3,14); è la
forma delle virtù; le articola e le ordina tra loro; è sorgente e termine della
loro pratica cristiana. La carità garantisce e purifica la nostra capacità
umana di amare. La eleva alla perfezione soprannaturale dell'amore divino.
1828 La pratica della vita morale animata dalla carità
dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio. Egli non sta davanti a
Dio come uno schiavo, nel timore servile, né come il mercenario in cerca del
salario, ma come un figlio che corrisponde all'amore di colui che « ci ha amati
per primo » (1 Gv 4,19):
« O ci allontaniamo dal male per timore del castigo e
siamo nella disposizione dello schiavo. O ci lasciamo prendere dall'attrattiva
della ricompensa e siamo simili ai mercenari. Oppure è per il bene in se stesso
e per l'amore di colui che comanda che noi obbediamo [...] e allora siamo nella
disposizione dei figli ». 102
1829 La carità ha come frutti la gioia, la pace e la
misericordia; esige la generosità e la correzione fraterna; è benevolenza;
suscita la reciprocità, si dimostra sempre disinteressata e benefica; è
amicizia e comunione:
« Il compimento di tutte le nostre opere è l'amore.
Qui è il nostro fine; per questo noi corriamo, verso questa meta corriamo;
quando saremo giunti, vi troveremo riposo ».