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giovedì 21 febbraio 2013

Materiale consegnato in consiglio parrocchiale sulle relazioni consegnate in occasione della visita del cardinale Agostino Vallini


Una proposta per la fascia giovanile e l’Azione Cattolica
 (relazione della Commissione Giovani in occasione della visita del card. Vallini)

In questi anni di servizio alla fascia giovanile posso dire che parlare e proporre qualcosa alla realtà giovanile di oggi è veramente un'impresa, in quanto gli adolescenti e i giovani di oggi hanno alcune caratteristiche: sono molto attivi e recettivi, fanno un sacco di cose, hanno tanto rispetto alle generazioni passate in termini di mezzi, opportunità, viaggi, ecc; sono attratti dal mi piace momentaneo di facebook più che da un percorso, in questo purtroppo spesso assecondati da genitori che li accontentano il più delle volte in tutti i loro desideri; hanno poco il senso del limite, passano dal tutto al nulla; conoscono molto di più delle generazioni precedenti, ma forse più superficialmente, fanno fatica ad andare in profondità;…
Proprio per questo vanno aiutati a crescere nel senso della responsabilità, della progettualità e della scelta. È sulla base di questa riflessione che la Commissione Giovani in questi ultimi 4 anni si è mossa, prima di tutto pensando e articolando una proposta formativa ed educativa rivolta agli adolescenti/giovani (14/18) anni, capace prima di tutto di scuotere le coscienze, incuriosirli, accompagnarli per un tratto di strada che permettesse di dare loro alcuni criteri per poter operare delle scelte nelle relazioni, nella società, nella proposta di fede. Si è cercato quindi di creare in una parrocchia dove non c’era una tradizione per questa fascia con un alfabeto comune per quanto concerne la fede, la Chiesa, l’essere laici nella Chiesa e nel mondo.

La proposta che è stata svolta in questi anni è stata pensata e articolata in: formazione, attività di servizio, apertura al territorio. Gli obiettivi principali sono stati: accompagnare i giovani verso la conoscenza di se stessi e del mondo che li circonda, come giovani che vivono in famiglia, scuola, tempo libero, quartiere e parrocchia da protagonisti.
La sfida di un gruppo “volontario” e cioè non funzionale alla preparazione ai sacramenti (anche se nel corso della sua vita attraverso il suo percorso ha accompagnato anche oltre una 20ina di adolescenti alla cresima) ha avuto come primo obiettivo quello di creare in qualche modo un percorso che potesse essere (ri)-percorso. Non c’era infatti una tradizione recente di gruppi giovanili con obiettivi che non fossero solo aggregativi: noi ci siamo impegnati per uno stile educativo che sappia “scuotere le coscienze” e “far risuonare le domande di senso” accettando il rischio e la bellezza di far compiere ai singoli delle scelte.

Formazione
I giovani (14-18 anni) si sono incontrati settimanalmente per 4 anni divisi in gruppi omogenei per fasce d’età o servizio, per confrontarsi sui temi dell’essere cristiani e in particolare sulla testimonianza, l’incontro, l’impegno e approfondendo alcune figure di testimoni della fede sia laici che sacerdoti. Il cammino (anche se non formalizzato) ha preso spunto dal percorso dell’Azione Cattolica. Durante l’anno è sempre stato previsto un momento formativo di due giorni a carattere spirituale, artistico e culturale (abbiamo visitato Assisi, il monastero di Camaldoli e quello de La Verna, l’abbazia di Sant’Antimo e il monastero di Monte Oliveto Maggiore, Spello sulle orme di Carlo Carretto e le piccole sorelle e i piccoli fratelli di Charles de Foucauld) e un campo estivo prediligendo i luoghi delle altezze (negli anni siamo stati sulle dolomiti in Cadore, in Valle d’Aosta, in Val di Fassa) con l’intento di far capire che in tutte le cose occorre puntare in alto.

Servizio
Ecco alcuni esempi negli anni: servizio come educatori/catechisti, supporto all’oratorio domenicale, progettazione e organizzazione oratorio estivo, servizio al canto e al suono con animazione delle S. Messe della domenica, banchetto libri, raccolta di generi alimentari, …)

Apertura al territorio
Giornalino parrocchiale realizzato dai giovani (4 numeri), abecedario, organizzazione di alcuni eventi aperti a tutti i giovani (cinema con dibattito, concerti, interviste), partecipazione al banco alimentare e pranzo della solidarietà.

Alcune considerazioni
Il percorso ha sicuramente avuto il merito di far aggregare molti giovani adolescenti nelle amicizie, averli incuriositi su proposte alte e permesso loro di conoscere cose che forse solo in queste occasioni hanno visto e probabilmente nel corso della vita nei momenti forse meno aspettati ritorneranno a risuonare. Alcune persone sono diventate catechiste, altre hanno fatto altre scelte, altre a 17/18 anni hanno preso altre strade stando ai margini della parrocchia, altre, e veniamo alla storia di oggi, hanno manifestato l’esigenza di far nascere formalmente l’Azione Cattolica, di cui io sono la Presidente, come proposta capace di ripercorrere in modo più solido il percorso già intrapreso e capace soprattutto di fare un servizio per tutte le età che ha, anche e soprattutto nella dimensione diocesana della Chiesa, un’esperienza fondamentale di formazione e di crescita nella comunione che per le nuove generazioni è fondamentale (la Chiesa è più grande della parrocchia).

Per il futuro

Si è costruita formalmente l’AC in accordo con il parroco (assistente). L’AC vuole appunto essere un servizio offerto alla parrocchia, come nelle sue caratteristiche in AA20, per la formazione delle coscienze, l’evangelizzazione, e la santificazione degli uomini.
In linea quindi con il Concilio Vaticano II abbiamo iniziato da un piccolo nucleo convinto e formato da quel percorso che ho raccontato prima costituito da: educatori ACR e educatori giovanissimi. L’intento è di:
-       fare un servizio alla parrocchia sia per la fascia bambini/ragazzi, utilizzando la proposta Acr, che per i giovanissimi, sia nel percorso dopo comunione  con la speranza di poter continuare con il gruppo il percorso nel tempo, costruendo quindi il gusto di stare dentro a un percorso e non solo di rispondere all’esigenza di preparazione alla comunione o alla cresima
-       sensibilizzare a un senso di chiesa diocesana attraverso la partecipazione ai momenti/iniziative formative diocesane di Ac e non
-       approfondire il Concio Vaticano II in particolare il decreto sull’apostolato dei laici
-       partecipare collaborando e sentendosi corresponsabili alle varie attività di servizio e di apertura al territorio che verranno via via proposte anche dalle altre componenti della parrocchia
-       esercitare il senso della corresponsabilità e della democraticità

Una proposta per la fascia giovanile e l’Azione Cattolica
versione estesa
 (relazione della Commissione Giovani in occasione della visita del card. Vallini)

In questi anni di servizio alla fascia giovanile posso dire che parlare e proporre qualcosa alla realtà giovanile di oggi è veramente un'impresa, in quanto gli adolescenti e i giovani di oggi hanno alcune caratteristiche: sono molto attivi e recettivi, fanno un sacco di cose, hanno tanto rispetto alle generazioni passate in termini di mezzi, opportunità, viaggi, ecc; sono attratti dal mi piace momentaneo di facebook più che da un percorso, in questo purtroppo spesso assecondati da genitori che li accontentano il più delle volte in tutti i loro desideri; hanno poco il senso del limite, passano dal tutto al nulla; conoscono molto di più delle generazioni precedenti, ma forse più superficialmente, fanno fatica ad andare in profondità;… Proprio per questo vanno aiutati a crescere nel senso della responsabilità, della progettualità e della scelta. E’ sulla base di questa riflessione che la Commissione Giovani in questi ultimi 4 anni si è mossa, prima di tutto pensando e articolando una proposta formativa ed educativa rivolta agli adolescenti/giovani (14/18) anni, capace prima di tutto di scuotere le coscienze, incuriosirli, accompagnarli per un tratto di strada che permettesse di dare loro alcuni criteri per poter operare delle scelte nelle relazioni, nella società, nella proposta di fede (seguirla o non seguirla). Si è cercato quindi di creare in una parrocchia dove non c’era da molto tempo una tradizione per questa fascia un’alfabeto comune per quanto concerne la fede, la chiesa, l’essere laici nella chiesa e nel mondo. La proposta che è stata svolta in questi anni è stata pensata e articolata in: formazione, attività di servizio, apertura al territorio.
Gli obiettivi principali sono stati: accompagnare i giovani verso la conoscenza di se stessi e del mondo che li circonda, come giovani che vivono in famiglia, scuola, tempo libero, quartiere e parrocchia da protagonisti; accompagnandoli a una conoscenza e una pratica della fede personale e collettiva che si manifesta in specifici stili di vita e forme di testimonianza.
La sfida di un gruppo “volontario” e cioè non funzionale alla preparazione ai sacramenti (anche se nel corso della sua vita attraverso il suo percorso ha accompagnato anche oltre una 20ina di adolescenti alla cresima) ha avuto come primo obiettivo quello di creare in qualche modo un percorso che potesse essere ripercorso. Non c’era infatti una tradizione recente di gruppi giovanili con obiettivi che non fossero solo aggregativi, ma che avessero la caratteristica di “scuotere le coscienze” e “far risuonare le domande di senso” accettando il rischio e la bellezza di far compiere ai singoli alla fine o durante il percorso stesso delle scelte.

Formazione
I giovani (14-18 anni) si sono incontrati settimanalmente per 4 anni divisi in gruppi omogenei per fasce d’età o servizio, per confrontarsi sui temi dell’essere cristiani e in particolare sulla testimonianza, l’incontro, l’impegno e approfondendo alcune figure di testimoni della fede sia laici che sacerdoti. Il cammino anche se non formalizzato ha preso spunto dal percorso dell’Azione Cattolica. Durante l’anno è sempre stato previsto un momento formativo di due giorni a carattere spirituale, artistico e culturale (abbiamo visitato Assisi, il monastero di Camaldoli e quello de La Verna, l’abbazia di Sant’Antimo e il monastero di Monte Oliveto Maggiore, Spello sulle orme di Carlo Carretto e le piccole sorelle e i piccoli fratelli di Charles de Foucault) e un campo estivo prediligendo i luoghi delle altezze (negli anni siamo stati sulle dolomiti in Cadore, in Valle d’Aosta, in Val di Fassa) con l’intento di far capire che in tutte le cose occorre puntare in alto.

Servizio
Le attività di servizio, sono state proposte e concepite nell’ottica dell’essere e non del fare, volte a formare nei ragazzi una compiuta identità cristiana. Ecco alcuni esempi negli anni: servizio come educatori/catechisti, supporto all’oratorio domenicale, progettazione e organizzazione oratorio estivo, servizio al canto e al suono con animazione delle S. Messe della domenica, banchetto libri, raccolta di generi alimentari, …)

Apertura al territorio
Si sono attivate collaborazioni con le altre commissioni (cultura e carità) e realtà ecclesiali presenti in parrocchia: giornalino parrocchiale realizzato dai giovani (4 numeri) dal titolo il gomitolo dell’alleluja, l’abecedario, organizzazione di alcuni eventi aperti a tutti i giovani (cinema con dibattito, concerti, interviste), partecipazione al banco alimentare e pranzo della solidarietà.

Alcune considerazioni
Dopo il percorso che ha visto coinvolti molti giovanissimi/adolescenti possiamo comunicare a tutti e anche Lei Eminenza la fatica del percorso che ha sicuramente avuto il merito di far aggregare molti giovani adolescenti nelle amicizie, averli incuriositi su proposte alte e permesso loro di conoscere cose che forse solo in queste occasioni hanno visto e probabilmente nel corso della vita nei momenti forse meno aspettati ritorneranno a risuonare. Alcune persone sono diventate catechiste, altre hanno fatto altre scelte, altre a 17/18 anni hanno preso altre strade stando ai margini della parrocchia, altre, e veniamo alla storia di oggi, hanno manifestato l’esigenza di far nascere formalmente l’Azione Cattolica, di cui io sono la Presidente, come proposta capace di ripercorrere in modo più solido il percorso già intrapreso e capace soprattutto di fare un servizio per tutte le età che ha anche e soprattutto nella dimensione diocesana della chiesa un’esperienza fondamentale di formazione e di crescita nella comunione che per le nuove generazioni è fondamentale (la chiesa è più grande della parrocchia).
La fatica, non ce lo nascondiamo è stata tanta, ma la speranza è che quel percorso sia nel cuore delle persone che lo hanno fatto, i cui volti, affidiamo anche al Suo cuore Eminenza.

Per il futuro

Si è costruita formalmente l’AC in accordo con il parroco (assistente) e dopo il percorso appena descritto, con la costituzione del consiglio parrocchiale e i suoi organismi. L’AC vuole appunto essere un servizio offerto alla parrocchia, come nelle sue caratteristiche in AA20, per la formazione delle coscienze, l’evangelizzazione, e la santificazione degli uomini.
In linea quindi con il Concilio Vaticano II abbiamo iniziato da un piccolo nucleo convinto e formato da quel percorso che ho raccontato prima costituito da: educatori ACR e educatori giovanissimi per iniziare questa storia con le stesse attenzioni descritte prima (formazione, servizio, apertura al territorio) con l’intento di:
-       fare un servizio alla parrocchia sia per la fascia bambini/ragazzi che per i giovanissimi
-       per i giovanissimi ripercorrendo idealmente in modo formalizzato il percorso giovanissimi attraverso gli strumenti anche messi a disposizione (testo di formazione) per far crescere nei giovanissimi il senso di un percorso permanente che aiuta a sentirsi chiesa universale
-       per la fascia bambini/ragazzi utilizzando la proposta ACR sia per la fascia 6/8 (dove non nascondiamo le difficoltà di iniziare) sia nel percorso dopo comunione (esperienza ormai consolidata nel tempo nata proprio allora dalla disponibilità anno per anno di alcuni ragazzi del gruppo giovani) con la speranza di poter continuare con il gruppo il percorso nel tempo, costruendo quindi il gusto di stare dentro ad un percorso e non solo di rispondere all’esigenza di preparazione alla comunione o alla cresima
-       sensibilizzare ad un senso di chiesa diocesana attraverso la partecipazione ai momenti/iniziative formative diocesane di Ac e non
-       approfondire il Concio Vaticano II in particolare il decreto sull’apostolato dei laici
-       partecipare collaborando e sentendosi corresponsabili alle varie attività di servizio e di apertura al territorio che verranno via via proposte anche dalle altre componenti della parrocchia
-       esercitare il senso della corresponsabilità e della democraticità



Blog dei giovanissimi di Ac di San Melchiade

All'indirizzo

http://giovaniacsanmelchiade.blogspot.it


potete seguire direttamente le news e gli incontri dei giovanissimi di AC di San Melchiade. Trovate materiale per il gruppo e molti spunti!

Lettera agli altri movimenti e aggregazioni ecclesiali presenti in parrocchia


Azione Cattolica Italiana
Parrocchia San Melchiade
Roma


Alle comunità neocatecumenali, parrocchia San Melchiade
A Rinnovamento nello spirito, parrocchia San Melchiade
Alla Caritas, parrocchia San Melchiade
All’UNITALSI San Melchiade



Roma, 14 dicembre 2012

Carissimi fratelli,
in occasione del Natale abbiamo pensato di indirizzarvi una lettera aperta.
Vorremmo idealmente scrivere a ciascuno di voi, con alcuni ci conosciamo di sfuggita, con altri forse ci siamo solo incrociati.
Proprio quest’anno che celebriamo i 50 anni del Concilio Vaticano II, ci sembra bello ricordare che le associazioni e i movimenti ecclesiali sono una ricchezza frutto della creatività dello Spirito e per questo desideriamo condividere con voi i primi passi che stiamo facendo come Azione Cattolica di San Melchiade, nata come forse sapete da poco tempo, ma che sta cercando di svolgere un servizio in parrocchia in modo particolare per i bambini, i ragazzi e i giovani.
Forse qualcuno di voi ha frequentato molto tempo fa l’esperienza di Azione Cattolica, scegliendo poi altre strade, ci piacerebbe conoscere queste storie!
Nel programmare le varie attività vorremmo dirvi che ci piacerebbe collaborare, e in questo offriamo la nostra massima disponibilità; potremmo fare delle cose insieme, anche come segno di comunione all’interno della parrocchia, o pensare insieme delle iniziative, ovviamente rispettando le diversità di ciascuno, o anche semplicemente sostenendoci l’un l’altro con la preghiera reciproca.
Noi da parte nostra vi assicuriamo la nostra preghiera per il servizio e il cammino di fede che ognuno sta facendo a livello personale, di gruppo ecclesiale e comunitario e vi auguriamo di cuore buon Natale!

            La presidente e il consiglio parrocchiale di AC

Chiara Sancin

Materiale sul credo consegnato durante i consigli parrocchiali di AC per riflettere nell'anno della fede


Il «credo» di Paolo VI
Tra il 1967 e il 1968, Paolo VI (papa dal 1963 al 1978) , in occasione del diciannovesimo centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo, decise di indire un “Anno della Fede”. Le celebrazioni si conclusero in piazza San Pietro, il 30 giugno 1968, con una solenne professione di fede: il “Credo del popolo di Dio”. Il testo di questo Credo ricalca quello formulato al Concilio di Nicea (325 d.C.) – che si recita in ogni messa – ma con importanti complementi e sviluppi. Fu il filosofo francese e amico personale del papa Jacques Maritain (1882-1973) a scrivere la traccia del Credo che poi Paolo VI rivide e pronunci in un’omelia solenne a Piazza San Pietro il 30 giugno 1968.

Questo il testo integrale del “Credo del popolo di Dio” pronunciato solennemente da Paolo VI nel 1968, ricavato dal sito della Santa Sede.

PROFESSIONE DI FEDE
Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli (Cfr. Dz.-Sch. 3002), e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.
Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore. Egli è Colui che è, come Egli stesso lo ha rivelato a Mosè (Cfr. Ex. 3, 14); ed Egli è Amore, come ce lo insegna l’Apostolo Giovanni (Cfr. 1 Io. 4, 8): cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» (Cfr. 1 Tim. 6, 16) è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata. Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita. I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e identico Essere divino, sono le beata vita intima di Dio tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l’umana misura (Cfr. Dz-Sch. 804). Intanto rendiamo grazie alla Bontà divina per il fatto che moltissimi credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini, l’Unità di Dio, pur non conoscendo il mistero della Santissima Trinità.
Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine, coaeternae sibi et coaequales (Dz-Sch. 75), sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloria proprie dell’Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre «deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità» (Dz-Sch. 75).
Noi crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri (Dz-Sch. 150); e per mezzo di Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità (Cfr. Dz.-Sch. 76), ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità della persona Cfr. Ibid.).
Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in Sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo Comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto.
E il suo Regno non avrà fine.
Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Matth. 5, 48).
Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Cfr. Dz.-Sch. 251-252) e che, a motivo di questa singolare elezione, Ella, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente (Cfr. Lumen gentium, 53), preservata da ogni macchia del peccato originale (Cfr. Dz.-Sch. 2803) e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature (Cfr. Lumen gentium, 53).
Associata ai Misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile (Cfr. Lumen gentium, 53, 58, 61), la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste (Cfr. Dz.-Sch. 3903) e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, Nuova Eva, Madre della Chiesa (Cfr. Lumen gentium, 53, 56, 61, 63; cfr. Pauli VI, Alloc. in conclusione III Sessionis Concilii Vat. II: A.A.S. 56, 1964, p. 1016; Exhort. Apost. Signum Magnum, Introd.), continua in Cielo il suo ufficio materno riguardo ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti (Cfr. Lumen gentium, 62; Pauli VI, Exhort. Apost. Signum Magnum, p. 1, n. 1).
Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Noi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione», e che esso pertanto è «proprio a ciascuno» (Dz-Sch. 1513).
Noi crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che - secondo la parola dell’Apostolo - «là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rom. 5, 20).
Noi crediamo in un sol Battesimo istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano «dall’acqua e dallo Spirito Santo» alla vita divina in Gesù Cristo (Cfr. Dz-Sch. 1514).
Noi crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo mistico di Cristo, insieme società visibile, costituita di organi gerarchici, e comunità spirituale; essa è la Chiesa terrestre, Popolo di Dio pellegrinante quaggiù, e la Chiesa ricolma dei beni celesti; essa è il germe e la primizia del Regno di Dio, per mezzo del quale continuano, nella trama della storia umana, l’opera e i dolori della Redenzione, e che aspira al suo compimento perfetto al di là del tempo, nella gloria (Cfr. Lumen gentium, 8 e 5). Nel corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i Sacramenti, che emanano dalla sua pienezza (Cfr. Lumen gentium, 7, 11). È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona vita e azione (Cfr. Sacrosanctum Concilium, 5, 6; Lumen gentium, 7, 12, 50). Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo.
Erede delle promesse divine e figlia di Abramo secondo lo spirito, per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scritture e venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e dei loro poteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi in comunione con lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, la Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la verità, che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù. Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o tramandata, e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero ordinario e universale (Cfr. Dz-Sch. 3011). Noi crediamo nell’infallibilità, di cui fruisce il Successore di Pietro, quando insegna ex cathedra come Pastore e Dottore di tutti i fedeli (Cfr. Dz.-Sch. 3074), e di cui è dotato altresì il Collegio dei vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo (Cfr. Lumen gentium, 25).
Noi crediamo che la Chiesa, che Gesù ha fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto e nel vincolo della comunione gerarchica. Nel seno di questa Chiesa, sia la ricca varietà dei riti liturgici, sia la legittima diversità dei patrimoni teologici e spirituali e delle discipline particolari lungi dal nuocere alla sua unità, la mettono in maggiore evidenza (Cfr. Lumen gentium, 23; cfr. Orientalium Ecclesiarum, 2, 3, 5, 6).
Riconoscendo poi, al di fuori dell’organismo della Chiesa di Cristo, l’esistenza di numerosi elementi di verità e di santificazione che le appartengono in proprio e tendono all’unità cattolica (Cfr. Lumen gentium, 8), e credendo alla azione dello Spirito Santo che nel cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità (Cfr. Lumen gentium, 15), Noi nutriamo speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena comunione con l’unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un solo Pastore.
Noi crediamo che la Chiesa è necessaria alla salvezza, perché Cristo, che è il solo Mediatore e la sola via di salvezza, si rende presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa (Cfr. Lumen gentium, 14). Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, possono conseguire la salvezza (Cfr. Lumen gentium, 16).
Noi crediamo che la Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta la persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel sacramento dell’Ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri del suo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari. Noi crediamo che, come il pane e il vino consacrati dal Signore nell’ultima Cena sono stati convertiti nel suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco sarebbero stati offerti per noi sulla Croce, allo stesso modo il pane e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel Sangue di Cristo gloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che la misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale (Cfr. Dz.-Sch. 1651).
Pertanto Cristo non può essere presente in questo Sacramento se non mediante la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla Chiesa, in maniera assai appropriata, transustanziazione. Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino (Cfr. Dz-Sch. 1642, 1651-1654; Pauli VI, Litt. Enc. Mysterium Fidei), proprio come il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per associarci all’unità del suo Corpo Mistico (Cfr. S. Th. III, 73, 3).
L’unica ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la Messa. Dopo il Sacrificio, tale esistenza rimane presente nel Santo Sacramento, che è, nel tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che, senza lasciare il Cielo, si è reso presente dinanzi a noi.
Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile dimora, essa li spinge anche a contribuire - ciascuno secondo la propria vocazione ed i propri mezzi - al bene della loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi. L’intensa sollecitudine della Chiesa, Sposa di Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in Lui, unico loro Salvatore. Tale sollecitudine non può mai significare che la Chiesa conformi se stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l’ardore dell’attesa del suo Signore e del Regno eterno.
Noi crediamo nella vita eterna. Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora esser purificate nel Purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in Paradiso, come Egli fece per il Buon Ladrone, costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della Resurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.
Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite intorno a Gesù ed a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del Cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è (Cfr. 1 Io. 3, 2; Dz.-Sch. 1000) e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i santi Angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi ed aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine (Cfr. Lumen gentium, 49).
Noi crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la propria purificazione e dei beati del Cielo, i quali tutti insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo la parola di Gesù: Chiedete e riceverete (Cfr. Luc. 10, 9-10; Io. 16, 24). E con la fede e nella speranza, noi attendiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Sia benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.

*Insegnamenti di Paolo VI, vol. VI, 1968, pp. 300-310.